AUREA MEDIOCRITAS
THERE IS A LIMIT TO THINGS
2022
In devozione e reverenza, una donna è inginocchiata in attesa che qualcosa avvenga.
In un’a-temporalità chiara e rosea, dall’alto un responso le arriva:
ella chiede e le è dato.
Traghettata in sottofondo da una salita infinita la donna sperimenta l’ascesa di una fede archetipica che si scontra con la volontà di agire sul piano terreno.
L’affidamento che l’ha spinta inizialmente alla preghiera diviene un peso sempre maggiore.
Decade così il rispetto nei confronti del principio armonico, riducendo il tutto in un eccesso che si allontana pericolosamente da qualunque forma di equilibrio, mediocrità e compensazione.
AUREA MEDIOCRITAS
there is a limit to thing
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36’ performance - 37’ full
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a performance by Ortensia Sayre Macioci
powered by Aarān
July 2022
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conception by Ortensia Sayre Macioci & Pablo Canella
stage costumes Ortensia Sayre Macioci
camera and editing Francesco Termini
light design Lorenzo Merico
set assistant Giulia Quintigliani
audio editing Filippo Muscaritoli
location Spazio Rama, Roma (RM)


POWERED BY AARĀN
AUREA MEDIOCRITAS indaga la dimensione (alta/altra) della via mediana da ricercare in tutte le cose, dagli atti più infinitesimali a quelli più grandi.
La Sezione Aurea intrinseca in ogni forma vivente, se ribaltata nel suo opposto ovvero in ciò che è “massimamente distante” - seguendo il principio maligno del diaballein, del diavolo, di colui che inganna - diviene una forma scompensata, che porta con sé l’estremo e il disequilibrio.
La figura femminile sfiora l’archetipo di Giovanna D’Arco, sorpassandola e sprofondando nel suo contrario: una donna nel suo corsetto che è ormai costretta nello stare e il subire ciò che ella ha chiesto con ossessione.
Si scatena così l’inazione e l’incapacità di afferrare la sua stessa Vita.
Nel momento stesso in cui domandiamo, che sia in Terra (nella tridimensionale vita quotidiana) o in Cielo (verso un alto), e una risposta arriva, che fine fa la nostra Volontà di abbracciare e agire poi davvero?
“Chi non conosce il suo limite, tema il destino” scrive Aristotele: e se la parola destino designa ciò che sta e che non può mutare, quasi come fosse un’assioma, allora esso si può o totalmente subire o, per via di una consapevolezza, esserne semplicemente influenzati.
La nostra intenzione con AUREA MEDIOCRITAS è quella di mostrare senza definire, di suggerire senza costringere, di lasciare che il limite e il destino aristotelici siano di colui che guarda, così come il subire o la sola influenza.
La nostra voglia è quella di ricreare poesia in un modo altro, non a partire da chi scrive (o secondo la tradizione greca da chi agisce) ma da chi guarda: perché così come è metafora la sovrapposizione di campi differenti che vengono unificati fino a formarne uno nuovo, così chi fruisce in prima persona diviene un’osservatore quantistico. Colui nel quale collasserà un’immagine importante nel suo reale.
Le condizioni attorno la fruizione di AUREA MEDIOCRITAS (così come nel caso di una proiezione) sono necessariamente specifiche e parte integrante dell’esperienza immersiva. La sala buia è importante in quanto la fotografia è stata pensata con toni molto chiari, per riflettere la ricerca di un Altrove a cui chiedere; l’audio invece presente e potente, per agganciare e trasportare sempre più in alto.