CHENOSI
31 Luglio 2021
Il silenzio di questi spazi infiniti mi spaventa
Continuo ad intruppare, ad ogni assestamento, con qualcosa di plasticoso. Come se dovessi fare i conti con quello che c’è.
Con ciò che è finito e indefinito ai sensi.
Con ciò che è conosciuto e con ciò che è sperato e sognato. Creduto vivo.
Da qui, sdegno ogni disprezzo e astuzia se non come stratagemmi per l’Arte. Ogni limitazione. Ogni conto alla rovescia mal riuscito. Ogni libertà contratta.
Ogni riconoscimento che ha indietreggiato sulla riva di una carcassa civilizzata.
Ogni morale senza Coraggio e Fermezza. E ogni amore perso, non intrecciato per la paura che non ci fa osare.
Lo spazio stretto si fa beffe delle Ere.
Il ristagno è un capezzale.
Il limite superato, un destino.
Ed io, gheriglio, son sola, a sollevare e sostenere tutte le mie scelte.
Ad accumulare sogni da non barattare perché sacri.
Tutta aggrovigliata con il viso un po’ nascosto, a dar forma, nell’ombra, a ciò che non
deve essere infettato da uno sguardo causale.
Ciò che è vuoto diventerà pieno
Ciò che è chiuso si aprirà, una volta che avrò messo un piede sul tappeto e risistemato tutto al tuo fianco.
Voglio vivere con te
Farò finire tutti i tuoi pezzi dove li volevi mettere
dove tutti sanno che è finto e finito
dove pochi sanno che è vero e infinito
E se fallirò, non smetterò di bere fingendomi stolta.
Sono responsabile della Voluttà
Sono amareggiata dall’Indifferenza
Sono al traguardo con la Speme che fugge i sepolcri
Sono destinata
Mi sacrificherò per liberare dai suoi rifusi la vostra tigre bugiarda
Sono destinata
Mi sacrificherò, con dubbio e libertà nel dubbio, per la mia causa che reputo infinita