ESTASI DI ATTESA

19 Agosto 2016


Notte fonda. Camera da letto. Lei.

Quindi verrai? Verrai anche sta sera? Io sono qui che ti aspetto, non posso fare altro, non è così? Mi annoierò. Dicono che quando ci si annoia il tempo non passa. Non ci credo: è già passata un'ora. Tutto il mondo mente alle leggi della fisica, perché ti vogliono dominare. Ed io sono qui, ad annoiarmi e modificare il tempo.
Amo sentire la mia gamba che struscia tra le pieghe delle lenzuola che scricchiolano. Sembra un pendolo che oscilla, tocca la noia e torna indietro verso il dolore. Tic. Tac. Tic. Tac. Cosi come ha iniziato il suo moto, quando vuole lei, quando decide di far crollare il velo, si ferma. Allora il mondo si blocca, perché non conoscerà mai più il piacere, e rimane come in attesa... l'attesa di un amore che non verrà, non è così? Aspettare.

Dalla mia finestra sento il rumore delle ventole che girano, posso dirti a che velocità stanno andando se mentissi come loro sulle leggi fisiche. Bisogna solo ascoltare bene. C'é una donna che parla al telefono, se lo tiene ben stretto vicino all'orecchio sinistro, fuma con l'altra mano, gesticola, gesticola tanto, ma solo quando ha la sigaretta tra il medio e l'anulare. Quando aspira, lateralmente, il fumo rimane nell'anticamera della lussuria per poi disperdersi nell'atmosfera serale di giornate in dormiveglia. Si sentono le automobili che fanno manovra nel parcheggio; le loro ruote sull'asfalto bagnato, si sentono i sassolini che rimangono incastrati nelle fessure spinose dello pneumatico. Cani che abbaiano, passi, tacchi sui sampietrini, stelle. Lo conosci il loro suono, delle stelle? E il loro profumo che emanano solo di notte. Mi ricordano la tua mancanza, perché quando le vedo o le odo, tu non ci sei. Mai.

Avrei voluto fare l'astrologa, per poter osservare la vita di coloro che occupano il mio spazio attraverso le costellazioni. Attraverso il riflesso della tua pelle scaldata dal mio Sole. Avrei voluto fare l'astrologa, per poter osservare la morte di coloro che respirano ciò di cui mi nutro attraverso gli spazi vuoti. Attraverso il profondo e indescrivibile limbo dei tuoi occhi. Avrei voluto, si. Avrei voluto solo per averti, ogni notte, nella mia Macchina.

Tutto andrebbe nel verso giusto, se solo vivessimo al contrario. In questo modo ogni cosa si reggerebbe per di sopra e niente cadrebbe su o giu, perché la gravità non cambierebbe. Rimarrebbe li dove sta, al centro di tutto, l'unica cosa che resterebbe dov'è.. Tutto il mondo cosi come lo conosciamo cambierà a 180 gradi e lei rimarrà impassibile - gran botta di cambiamento. Ti immagini che strano un mondo sottosopra, un mondo mandato all'aria, un mondo al contrario. Dove le idee non fluiscono dall'alto in giu, ma dal basso in su. In questo modo quelle brutte non supereranno la longitudine del cuore, ristagneranno nella massa grigia di ogni umano. Ogni goccia di coscienza esploderà, una ad una, secondo lo schema fisico che tanto odiano. Cento anni dopo i quali gli abitatori della mia terra, finalmente, torneranno nelle ceneri della loro oscurità senza vita.

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LA DONNA DALLE FALENE