ZEFIRO FORZA MIA

La mia Anima aveva un tic, quello di disegnare cerchi concentrici ovunque fosse.
Uno di quei tic che restano anche quando cerchi di sbarazzartene.
Uno di quelli che forse vengono trasmessi, chissà.
Ce lo ha lei e ce lo hai tu. Nulla più.
Chiede solo di essere notato, da qualche parte lassù.
Lei disegna cerchi e le mie gambe danzano, ovunque fossi. La mia croce, o la mia fortuna, questa era.


Quei movimenti casuali, istantanei, che partono apparentemente senza un senso, e un verso:
ecco quelli sono delle nostre anime sotto l’effetto di un tic.

Lei disegna cerchi e le mie gambe danzano.
Uno di quei tic che prendono il via anche mentre dormi.
E quando capitava era un casino. Per me ovviamente, mica per lei.

Anima certo non dorme esattamente come noi, però disegna cerchi concentrici, e le mie gambe intanto danzano. Un’altra cosa che Anima fa, un pò come noi, è sbattere le palpebre; o magari non proprio le palpebre, ma qualcosa di simile. Legge della compensazione: nella loro eternità di essenza, di tanto in tanto, qua e là, un blink, ed ecco che per un micro tempo - micro per noi perché loro non sanno proprio cosa sia il tempo - perdono una dose di presenza, come se si addormentassero.
E quando capitava era un casino. Per me.

Insomma le mie gambe hanno fatto sempre un pò da sole, danzano su valzer di cerchi animici, così come cedono totalmente facendomi cadere a terra in un batter d’occhio, sempre animico.
Ho un’infanzia piena zeppa di ricordi su due altezze.
Senza mezze misure, senza katà métron.

Questa cosa è un mio tema.
Vale anche ora, qui, tra il gesso i boschi e i campi di ruta.
Danzo tra essi, all’alba e al tramonto per ricordare al mondo di questi due varchi, portali tra mondi.
L’alto e il basso.
Proprio come le dimensioni che vivo su scelta della mia Anima. Tramite le mie gambe.
Danzo e all’improvviso cado, perché loro si sciolgono in miele. Dolce, ma sicuramente imprevisto.

Noi non ci ammaliamo mai.
Non abbiamo il potere di farlo, semplicemente.
È Anima, semmai, a scegliere, quando farci vedere delle cose importanti, quelle cose che noi chiamiamo sintomi.
E se noi non ci ammaliamo mai, non abbiamo il potere nemmeno di far ammalare un’Anima altra.

- L’evoluzione va avanti ugualmente, che tu stia al passo, correndo o fuori pista. Fattene una ragione. - mi disse qualcosa con tono rassicurante.

Qui tra i campi, tutto si muove a tempo di vento.
E d’un tratto vedo Lei, etere della Terra, spirito di Zefiro, danzarmi attorno.
Passano ore, forse alcuni secondi.
La mia Anima disegna e le mie gambe danzano e non cedono.
- Ora sono dentro, andata, piena, totale e a metà. Sono forza tua. - questo disse sospirando.
La rincorro, ma dopo un attimo, svanisce tra sé verso est.

Non ricordo altro, se non che da quel giorno le mie gambe non cedettero più.
L’ho attirata, mi ha attraversata e mi ha lasciata sola.
Ora a me, tutto sta.
Danze e cerchi.
Forza mia.
Venti.
Vita.

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