DANZA NUDA

23 Giugno 2023


La tiritera di un corvo
è più reale e regale
di ciò che voi
imbianchini di assenza
spifferate alle cortecce
per avere abiti e muri
tutti uguali
scevri vergini imbalsamati
da adornare e adorare agli occhi di tutti.

Non chiamate poesia ciò che poesia non è. Signori siate felce!

Non pitturate in voi cocci ancora integri di un banchetto che non avrà mai luogo.
E nel frattempo quelli laggiù:
"ATTENZIONE SIGNORI, Attenzione a non sporcare!
Che la poesia non va sporcata di melma viva!"

Ora basta, crolla il capitello se continuiamo.
E poiché sui miei polpastrelli ho vissuto questo
mi espongo:
Domarsi e cavalcare è scegliere di non battere ciglio quando l’incantesimo sfiamma.

Perciò signori,
Voi che chiamate poesia ciò che poesia non è
la poesia è muta e cruda, folle e meravigliosa.
Non è come quando una bambina si arrabbia,
la poesia è viva
la poesia smembra
squarcia il vostro ingenuo animo pallido, tanto quanto dà senza nulla in cambio.

È perché ci si ex-pone, in continuazione,
che i miracoli avvengono.
E così Lei fa.
Mira.

Miracoli variopinti danzano a Venezia | sfoggiano incantesimi | con il garbo di un dritto portacipria | alla brezza dell’alba | per porgere un’offerta | anche a chi danzare ancora non sa.

Indietro
Indietro

DRAGHI

Avanti
Avanti

ELLA SI TRADUSSE IN CIELO