ALESSANDRIA D’HYPAZIA
10 Ottobre 2024 | Con gli occhi delle donne
Lei, un comizio provocatorio in pubblico
Dopo anni dall’incendio della biblioteca d’Alessandria
Quanti uomini secondo voi si sono domandati perché le stelle non cadono giù dal cielo.
Ma chi ascoltato il saggio, sa benissimo che le stelle non cadono:
esse ruotano da est a ovest, seguendo il corso più perfetto mai concepito, il cerchio.
Poiché il cerchio domina i cieli, le stelle non sono mai cadute, ne tantomeno mai cadranno;
ma cosa succede qui sulla Terra?
Qui i corpi cadono e il loro movimento non è circolare, ma lineare.
Fa cadere un fazzoletto
Si lascia scivolare tra le mani un fazzoletto, mostrando a tutti come un corpo cade lineare a terra
Dal cerchio alla linea. Dal macro al micro.
Quale misteriosa meravigliosa forza si cela sotto la Terra che costringe ogni singolo uomo, animale, o essere a posarsi lì.
Attratto a terra, fermo - forse apparentemente.
Ma dov’è la verità?
Qualcuno di voi si è mai stupito al pensiero che i vostri piedi si trovino proprio sopra il centro del cosmo - poiché se tutto ruota attorno alla Terra, il suo centro coincide con quello del cosmo - che tiene tutte le cose insieme, le mantiene insieme… se non vi fosse un centro, l’universo sarebbe informe, amorfo, caotico, non farebbe differenza se noi fossimo qui là o chissà dove…
Ma l’universo ha un centro!
E, se l’universo è il primo ad essere ordinato, armonico, unito nonostante le enormi distanze presenti da astro a astro… chi siamo noi per urlare, per scendere nelle piazze e creare separazione, e ancora più separazione, tra noi. È vero: se nei cieli abbiamo il cerchio, qui sulla Terra presiede la linea, che veicola in sé un naturale principio divisorio, ma questo non ci legittima a dimenticare e creare fazioni che marciano di vendetta in vendetta.
Non c’è alcuna fine gloriosa in questo, solo resti e polvere.
La linea apre due spazi, e ogni uomo è chiamato a scegliere per se stesso in quale spazio stare.
Se dividiamo un numero intero non abbiamo altro che frazioni dello stesso, piccoli pezzi funzionali alla pura conoscenza frammentaria di quell’intero. Più dividiamo e più emergono regni. Ma quei regni, quei frammenti non sono l’intero; infatti più dividiamo più saremo lontani dall’uno. La divisione non è un male, ma ha un solo fine nobile: la conoscenza del particolare. Dividi et impera.
E cosa succederebbe se si seguisse solamente questo principio divisorio? Si viaggerebbe inevitabilmente verso una disgregazione infinita. Perderemmo il centro, perderemmo il cerchio.
Questo che vi ho appena descritto è un sacro principio che non andrebbe mai portato al suo estremo. Il saggio sa che un’altra forza si manifesta a compensare. Solve et coagula. Moltiplicando nuovamente quelle frazioni tra loro, unendole, ritorniamo all’intero, al cerchio, alla perfezione, all’ordine. E lì avviene la meraviglia di una crescita alta e infinita.
Quasi come se quell’intero fosse qualcosa di più delle sue singole parti che la compongono…
Quindi io vi chiedo di scegliere dove stare: la Gloria Terrena Divisoria o l’Alta Sapienza Unificatrice?
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Molti hanno scelto l’avarizia e l’aridità bruciando tutto il sapere trasmesso in secoli e secoli.
Siate consapevoli: non sono io la prima, futura strega, della libertà di pensiero - di un pensiero diverso: eretica! La prima martire fu Alessandria, la mia patria, la mia fonte, la nostra biblioteca, la nostra chiesa.
Quindi dov’è la vita, la verità?
Quel che io vedo sono solo divisioni su divisioni: uomini contro uomini. Fratelli contro fratelli.
Cose uguali ad una stessa cosa sono uguali tra loro, ricordate? Euclide!
Eppure siamo così incapaci di applicarlo tra di noi.
Tutto ciò che so me lo ha detto il cielo. Semplicemente osservandolo, notte dopo notte. L’inferiore è uguale al superiore, il superiore all’inferiore. Così è l’Alto sopra di noi, così siamo noi, quaggiù.
Io unisco insieme la forza delle cose celesti con quelle terrestri. Io, Ipazia, studio le stelle per conoscere l’uomo e il mondo in cui egli vive, in cui noi tutti viviamo, nessuno escluso, neppure i malati o gli schiavi! E se le stelle erranti non si fanno la guerra tra loro - ma danzano, in equilibrio, scambiandosi di posto, sfiorandosi ma senza mai disturbarsi troppo… che diritto abbiamo noi di confliggere, applicando sì leggi, ma parziali!
Dove lasciamo l’intero nelle nostre giornate, la visione dell’insieme?
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La filosofia è una scienza sacra e semplice, come i cieli.
È uno stile di vita, un vestito, un’orientamento della coscienza, una costante, religiosa e disciplinata pagana ricerca della verità.
Loro hanno il potere di condannare il mio corpo, perché l’egemonia oramai è una piaga su questa Terra, ma è solo mia la libertà di scelta, di pensiero, di visione, di ricerca, di studio, di vita.
Io sono il mio centro, come ogni astro ha il suo, come voi avete il vostro.
Io credo nella Filosofia.
Io aspiro al Sacro.
Io sono sposata alla Verità.
E scelgo questo calice in ogni attimo, numerato e indefinito. Io scelgo.
Scegliete con me, con coraggio, il vostro centro, i disegni alti, e cresceremo insieme come fratelli e sorelle sotto lo stesso cielo - perché non è un detto, non è un detto! Fossimo anche dall’altra parte del globo, sotto lo stesso cielo.
La Gloria Terrena è per gli sciocchi.
Mentre l’Alta Sapienza… mai morirà, mai.
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(E se forse dovrò un giorno, dividere il mio corpo, in mille pezzi - e donare ogni mio regno a una stella, io questo, per te, lo farò. Mia amata. Lo farò.)
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Foto in copertina realizzata su “Alessandria d’Hypatia” di Camilla Di Bella Vecchi (@yanarienn)